Il Pellicano

Il Pellicano è un uccello di colore bianco dal caratteristico lungo becco adunco, presente in Europa orientale, Asia sud-occidentale ed in Africa. Al pellicano si attribuisce un importante significato allegorico. Esso è stato utilizzato come forte simbolo di amore filiale, carità e devozione filiale totale, capace di arrivare al sacrificio estremo.

La ragione di ciò la si deve al fatto che il pellicano, nel momento in cui fornisce ai suoi piccoli il cibo contenuto nella sua ampia sacca presente sotto il becco, pare donare loro le proprie carni a nutrimento.

A dare vita alla credenza che il pellicano si squarciasse il petto per nutrire la prole addirittura con il proprio sangue, fu la posizione ricurva del becco verso il petto. Tale atteggiamento, favorevole alla apertura della sacca contenete i pesci pescati da donare alla prole, ha faytto pensare ad un autolesionismo.

Questa credenza ha soltanto una valenza simbolica anche se forte.

E’ probabile che la credenza abbia origine remote sia per l’assonanza del nome dell’uccello con le parole greche e sanscrite relative all’ascia (“pelekus” e “paraçu” rispettivamente), oggetto simbolico del sacrificio di sangue, che per analogia di forme tra la linea del becco e la linea di taglio dell’ascia.

Gli antichi greci chiamavano il pellicano “Onocrotalo”, a causa del suo suo particolare verso “krotos” con qualche somiglianza al raglio di un asino.

Il Sommo Poeta, nella sua Divina Commedia ( Paradiso canto XXV, 112-114 ) dinnanzi all’Apostolo Giovanni si riferisce a Cristo chiamandolo il “nostro Pellicano”. Ecco le sue parole: «Questi è colui che giacque sopra’l petto del nostro Pellicano, e Questi fue di su la croce al grande officio eletto».

Il pellicano si presta ad una duplice simbologia: da un lato è inteso come immagine di Cristo che si lascia crocifiggere e dona il suo sangue per redimere l’umanità, dall’altro come immagine di Dio Padre che sacrifica il suo unico Figlio facendolo risorgere dalla morte dopo tre giorni.

Nella simbologia templare il pellicano, pur comparendo solo una volta nell’Antico Testamento (Salmi, 101, 7). Pur non essendo mai citato nei Vangeli, è un supremo simbolo di amore, fedeltà, carità. Esso è la rappresentazione simbolica del Cristo sofferente, con il petto squarciato. Il collegamento col simbolo cristiano del Sacro Cuore di Gesù è evidente. Il sacrificio del Maestro è un atto supremo di amore e carità. Esso è per tutti i cavalieri della Cavalleria di Cristo fonte incessante di perfetto amore, di vita esemplare e di nutrimento spirituale.